mercoledì 8 maggio 2024
In questo maggio mariano la città ripensa alla visita del Papa e spiritualmente confida nella Bonne Mère, la Madre Buona, rivestita d’oro come suprema Regina, dalla Colline de la Garde
La Bonne Mère, la Madre Buona, vigila su Marsiglia

La Bonne Mère, la Madre Buona, vigila su Marsiglia - Wikicommons

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Da oggi, ogni mercoledì su avvenire.it, Daniele Zappalà seguirà con la rubrica “Scintille olimpiche” il percorso di avvicinamento a Parigi 2024: ecco la prima puntata.

«Mai Marsiglia ha conosciuto un evento simile». Un appuntamento che è «uno straordinario messaggio di pace e d’apertura». Parole di Benoît Payan, sindaco della splendida città mediterranea dove approda oggi la fiamma olimpica di Parigi 2024, partita da Atene. Parole olimpiche. Rotonde e vivide come i 5 cerchi intrecciati. Adattissime per accogliere la fiamma. Ma parole, invero, pronunciate lo scorso settembre, per l’arrivo in città di papa Francesco, che ha lasciato una traccia indelebile. Certe frasi politiche, dunque, assomigliano alle colombe dei numeri di magia. Credi la colomba da una parte della scena, quando spunta invece dall’altra. Tanto più all’inizio della staffetta olimpica sul suolo francese, non è proibito assaporare per un attimo quest’immagine: un sindaco che attende la fiamma, con impazienza, ma pure con il cuore già scaldato da un messaggio papale riconosciuto, anche dalla laica Francia, come un diadema «di pace e d’apertura».

L'accensione della Fiamma olimpica 2024 a Olimpia

L'accensione della Fiamma olimpica 2024 a Olimpia - ANSA

Prima di morire, Léopold Senghor definì il Mediterraneo un «laboratorio antropologico ». Parole buone, si spera, pure per un’Olimpiade. Più che mai, la patria calcistica dell’OM, l’Olympique de Marseille, assomiglia oggi a una città d’appuntamenti luminosi. Dopo il “tuffo al cuore“ settembrino provato da tanti per l’arrivo di Francesco, quello odierno per la fiamma. Fra i due, il sogno di un capoluogo, tarlato da tanti mali (spaccio, degrado…), di tornare un laboratorio aperto. Magari ritrovando una parte d’infanzia, alla stregua dei Giochi di nuovo nella loro culla moderna francese. Perché in fondo, ben prima di ogni carosello milionario di sponsor, i Giochi con la “G” hanno tratto ispirazione da quelli con la “g”, che sono il regno dei più piccoli. Bambini come quelli giunti dal Papa il 22 settembre.

In questo maggio mariano, turbinano sogni su Marsiglia, che spiritualmente confida nella Bonne Mère, la Madre Buona. Rivestita d’oro come suprema Regina, dalla panoramica Colline de la Garde, guarda tutti: la gente di mare che da sempre la invoca, ma pure gli altri, incantati o no dalla “fiaba” olimpica. Un “flipper” marsigliese di sguardi silenziosi, fra terra e cielo, talora forse ritmico come quella breakdance divenuta olimpica, così amata dai giovani in città. Anche se gli organizzatori hanno riservato a Marsiglia, oltre a una decina di partite di calcio, le prove di vela. E a proposito di vele, sorprende il Belem, il veliero che reca la fiamma, varato nel 1896, anno dei primi Giochi moderni ad Atene. Il primo maggio, invece, si è ritrovato sotto lo sguardo della Madonna del Porto di Messina. Un veliero, poi, che unisce 4 nazioni: Francia, Regno Unito, Italia e Brasile. Si chiama come il porto brasiliano dove approdava nella sua infanzia di mercantile francese. Ma bello com’è, divenne in seguito yacht di lusso britannico. Dal 1951, lo trasformammo noi a Venezia in nave scuola, per la Fondazione Giorgio Cini. Gelosissimi, i francesi se lo riprendono nel 1979, blindandolo come «monumento storico». Sempre purissimi i sentimenti olimpici, si sa, fin quando non sfiorano i tesori di famiglia...

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